La via crucis guidata dal Vescovo
durante la sua visita pastorale a Cinisi
Gesù crocifisso portato a braccia da un papà e illuminato da due fiaccole apre il corteo della via crucis che partendo dal santuario dell’Ecce Homo si dirige verso la chiesa madre del paese.
È una serata fredda e umida di marzo, molte porte sono chiuse, le strade semivuote. (Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. Gv 1.11.)
Si intonano canti e preghiere e ci si dirige lungo la salita che porta in piazza.
Accanto alla croce il vicario, mons Dolce, dietro la croce i due parroci delle nostre parrocchie. A seguire il nostro Vescovo e un discreto numero di fedeli preceduti dal sindaco con la fascia tricolore.
Camminano vicini don Vincenzo e don Pietro e si tengono a braccetto, si sostengono a vicenda ognuno con il carico dei propri anni, con passo lento ma decisi ad andare avanti, carichi della loro storia che da molti anni li ha visti buoni e fedeli servitori della comunità.
Poi ci sono i giovani vicari parrocchiali, i due “padre Antonio”, loro si fanno carico di animare la liturgia. Uno precede il corteo per bussare alle porte delle case dove erano state poste le tavole della via crucis e per preparare i balconi ad accogliere i lettori; l’altro, in perfetta sintonia, alla fine delle letture riprende la preghiera e intona il canto accompagnato dal coro dei fedeli.
Ci siamo ritrovati compagni di viaggio stretti attorno al nostro Vescovo, un viaggio fatto a piedi lento ma deciso, con lo sguardo fisso nella stessa direzione, la croce e con il cuore aperto alla speranza, la resurrezione.
Ecco questa è l’immagine della Chiesa che vogliamo e che ci auguriamo di avere, una Chiesa unita come i nostri parroci, una Chiesa in uscita per le strade della nostra città e che bussa alle case della nostra gente, come ha fatto padre Antonio Chimenti, una Chiesa maestra di preghiera e portatrice di gioia e di compassione, come ci ha guidato don Antonio Ortoleva, una Chiesa pronta a testimoniare l’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa, come si è fatto carico il nostro Vescovo, nella consapevolezza che ognuno di noi ha il compito di stare al suo posto, così come si è proceduto durante la via crucis, e il compito di fare la sua parte con umiltà per promuovere il bene comune e la fratellanza, riconoscendoci con gratitudine figli di un unico Padre.
Sono i temi cari alla famiglia cristiana nella quale i coniugi nella loro donazione reciproca sono nel mondo l’immagine reale dell’amore di Dio.
Questa è la Chiesa che sogniamo, una Chiesa che abbia il sapore di famiglia
cristiana.
Mario Talluto