“Strade di Felicità”
nell’alleanza uomo-donna (Amoris Lætitia 38)
Fare sintesi delle giornate dedicate al convegno che si è svolto ad Assisi dal 28 aprile al 1 maggio di quest’anno non è cosa semplice per la ricchezza di temi che sono stati affrontati.
Non è possibile esprimere a parole la bellezza dell’incontro con circa 600 delegati pervenuti da tutte le diocesi d’Italia ed è difficile quantificare gli innumerevoli doni che abbiamo ricevuto anche noi, due coppie di sposi che facciamo parte dell’Ufficio di Monreale per la pastorale della famiglia.
Con noi, nella foto, Carmen e Davide che sono la coppia responsabile del settore fidanzati dell’ufficio diocesano della pastorale per la famiglia.
Se poi guardiamo al titolo: «Strade di felicità nell’alleanza uomo-donna», che è lo spunto attorno al quale si è dibattuto in questa XIX settimana nazionale di studi sulla spiritualità coniugale e familiare, le cose si complicano alquanto.
Certamente può sembrare una contraddizione, un’utopia, nell’epoca che stiamo vivendo segnata da storie familiari che vivono il fallimento, la difficoltà di avere un lavoro dignitoso, la sofferenza, la mancanza di valori legati al “per sempre” che spaventano i nostri giovani, parlare di coppie di sposi cristiane come “gioia del mondo”.
Questa felicità di cui si parla è una illusione che nasconde la fatica della quotidianità dietro le promesse di una spiritualità trascendente?
Dalle pagine di Avvenire, Luciano Moia nel suo editoriale afferma che non è affatto illusione, anzi: «È sano realismo cristiano che sa misurare la verità dell’umano con le tracce del Vangelo. In questa prospettiva la famiglia appare per quello che è, in tutta la gamma dei suoi chiaroscuri in cui però si nasconde un grande progetto, il sogno stesso di Dio per l’uomo e la donna».
Di questa verità come Chiesa ne abbiamo avuto una consapevolezza non sempre abbastanza condivisa, non abbiamo avuto il coraggio sufficiente per raccoglierne insieme la sfida.
Si legge in Amoris laetitia (n.38):
«molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi ad un mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità.
È stato necessario il richiamo forte e deciso di Papa Francesco che attraverso la sua enciclica vuole testimoniare il grande abbraccio della Chiesa a tutte le famiglie del mondo specialmente a quelle ferite, per ridare coraggio e coltivare la speranza.
Da qui la necessità di guardare alla vita delle famiglie mettendo da parte moralismi e proclami dottrinali al fine di affrontare e anche condannare, come mons. Galatino ha ricordato, «l’inesistenza o l’inconsistenza» delle politiche familiari nel nostro Paese.
Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI, ha poi ricordato il diffondersi del cosiddetto precariato affettivo, di forme diversificate di convivenza, il procrastinarsi della scelta del matrimonio e afferma che: «Occorre ridestare la nostalgia del sacramento», anche con testimonianze capaci – sull’esempio di Cana – di «diventare autentici sommelier del vino della gioia».
Interessantissimi e attuali i temi affrontati nei dieci workshop che prendono spunto da E.G e da A.L. e che sono stati organizzati, guidati e partecipati con viva attenzione da parte di tutti.
Quale felicità nell’edificare insieme, sacerdoti e sposi, una comunità cristiana dal volto dell’amore familiare? (E.G. 220). Quale felicità nel costruire il per sempre nell’amore fra uomo e donna? (AL 123). Quale felicità aprirsi alla fertilità? (AL 167). Il patto educativo oggi si è rotto (AL 84), quale felicità suscitare nell’accompagnamento educativo? «La mancanza di lavoro colpisce la serenità delle famiglie» (AL 25), quale felicità con un lavoro che, mancando, mortifica chi vuol far famiglia? Quale felicità per chi si prende cura delle fragilità (AL 47)? Quale felicità da ricostruire per chi vive il fallimento del proprio matrimonio (AL 294)? Nella società dei consumi (AL 127), quale felicità nel custodire la casa comune? Le problematiche relative ai matrimoni misti richiedono una specifica attenzione (AL 247), come accompagnare queste unioni coniugali? Ed infine ultimo interrogativo (AL 191) il nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani, quale felicità in chi sa valorizzare la memoria e la profezia esercitata dalle cure dei nonni per narrare alla generazione futura il per sempre di Dio? (Sal 48, 14-15).
Per avere una sintesi dei lavori dei laboratori o se volete seguire con YouTube in maniera completa le giornate del convegno potete farlo attraverso i tasti che seguono l’articolo.
Graziella e Mario Talluto